FormAzione ( “Azione sulla Forma”)
Introduzione:
Dopo una formazione classica, sia da ceramista che da pittore, Nicola Boccini arricchisce la sua proposta artistica con opere di assoluto valore sperimentale e innovativo. La sua ricerca parte dalla conoscenza approfondita di tutte le tecniche dì lavorazione dell’argilla e vira verso una personalissima reinterpretazione di esse. Tuttavia il suo percorso creativo, che si concentra sulla sfida tecnica (quasi per sondare il limite al quale la materia può giungere) non è puro virtuosismo; ma, sulle orme degli alchimisti rinascimentali, permea la materia e raggiunge l’essenza.
Le sue opere sono FormAzioni ovvero azioni sulla forma: Boccini interviene sulle tradizionali forme a piatto come i pittori gestuali intervengono sulla tela. Anche qui la casualità del gesto è calcolata tanto che le sue opere sono piene di equilibrio e armonia. La gestualità consiste nel fiondare piccole sfere di argilla morbida ricche di ossidi sulla superficie ancora molle e cedevole del piatto. Le palline, schiantandosi, formano i crateri che movimentano la superficie già modellata dell’opera. La successiva cottura rende ancora più chiaro il pensiero e l’espressione artistica: qua e là affiorano brandelli di terracotta non smaltata, sebbene l’opera risplenda per la magia dei riflessi metallici. In qualche caso la calcolata casualità viene arginata con un intervento più invasivo dell’artista che graffia la superficie burrosa centrale del piatto.
d.ssa Elena Nesti
La ragione della contemporaneità
La titolazione delle opere di Nicola Boccini oltre al valore simbolico, enuncia un aggancio con la modernità delle procedure artistiche. L’ artista elabora un programma di lavoro, che si sviluppa nell’acquisizione dei dati essenziali della sperimentazione e verifica del primario rapporto con la specificità della materia, le implicazioni e possibilità espressive al di là di una ovvietà rappresentativa. Gli oggetti prodotti sono microcosmi con I quali vengono revocati in causa gli atti o le azioni primarie non a caso Boccini combina forma con azione, l’impatto manipolatorio, il gioco del colore, la scansione spaziale, l’interferenza luminosa. II processo compositivo, in ogni caso, trova alimento nella profondità della coscienza, nella sedimentazione culturale, declinanti gli orizzonti archetipici in valenze personali, che attingono alle frequentazioni umane, alla perspicuità dello sguardo consentendo di cogliere, nel pullulare delle proposte, quelle più consone ad una incoercibile e necessitante contemporaneità. Boccini costruisce forme concettualmente chiuse, ad andamento generalmente circolare, che funzionano come campo nel quale il tondo viene reiterato costruendo episodi che vanno da una generalizzazione spaziale a una forte densità organicistica. Affiorano intenti totemici evidenti nelle forme che si svolgono in verticalità. A volte, pare che l’artista voglia rompere il limite confinario attuando frantumazione nella linearità circolare, o inserendo linee dritte che assumono i connotati di energie germinanti dall’interno stesso della forma.
Critica: Luciano Marziano
tra quelli capitali.
E bocche respirano e finalmente intaccano una superficie di composita, inanimata apparenza.


