Selezione
59° PREMIO FAENZA
Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea in Faenza
(MIC – Museo Internazionale della Ceramica)
Oltre 1300 opere, di 618 artisti provenienti da 57 nazioni testimonianze di una contemporaneità che include sempre più spesso nella propria espressione creativa il materiale ceramico.
La giuria della 59esima edizione del Premio Faenza (composta da Claudia Casali, direttrice del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Monika Gass, curatore, direttore Westerwald Keramik Museum, Hohr-Grenzhauesen, Germania; Grant Gibson, scrittore, critico e editore di Crafts Magazine, London, United Kingdom; Daniela Lotta, docente universitario, critico d’arte contemporanea e curatore, Faenza, Italia) ha avuto non poche difficoltà nella scelta delle opere da premiare.
Inaugurazione
Venerdì 26 giugno si è aperta la mostra del 59° Premio Faenza – Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea.


vi illumino “Evolution 15.6” installazione interattiva


vi illumino “Evolution 15.6” installazione interattiva



Inaugurazione 59° Concorso Internazionale della Ceramica Contemporanea


Inaugurazione 59° Concorso Internazionale della Ceramica Contemporanea



siamo dentro, Evolution 15.6 – Nicola Boccini, Giorgio Di Palma, Marino Ficola


Selfie al MIC di FAENZA– Nicola Boccini, Giorgio Di Palma, Marino Ficola

Eclettismo...
Eclettismo e spunti contemporanei per il «Premio Faenza»
Come sempre, e forse come inevitabile che sia, i commenti sono i più disparati, andando dal solito snobismo del faentino con la puzza sotto al naso che si diverte a dir male del «suo» museo, fino al delirante consenso verso tutto ciò che ha il pregio/difetto di non essere immediatamente comprensibile. «Ma lo dice la parola stessa – spiega la direttrice Claudia Casali – : il concorso è di ceramica d’arte contemporanea e quindi nella giuria, selezionando le oltre 1300 opere pervenute, abbiamo valutato e premiato l’innovazione, sia da un punto di vista tecnico sia per la poetica».
«La ceramica di oggi si contamina con altre forme d’arte – aggiunge Daniela Lotta, storica dell’arte e del design all’Isia e componente della giuria – e quindi anche in questa rassegna sono emersi gli accostamenti con la fotografia, la video-art o la ricerca di nuovi materiali».
In effetti basta guardare il primo premio (per la sezione sopra i 40 anni), vinto dalla genovese Silvia Celeste Calcagno: una sorta di immenso intarsio di 2000 tessere ceramiche con immagini fotografiche stampate sopra e abbinate a un sonoro; la poetica è quella dell’intimità femminile (…brandelli di corpo sfiorati dall’acqua, la sensualità, i capelli e le mani… – spiega l’autrice – una nenia, pregna di rabbia, alla vita») e il risultato è un’installazione complessa, carica di significati simbolici e allegorici.
Il premio «sotto» i quarant’anni è stato invece vinto dall’austriaca Helene Kirchmair con Bobbles, una composizione di tre bolle tutta basata sul raffinato rivestimento delle superfici, che pare velluto, buccia d’arancia, licheni oppure pollini o batteri ingranditi al microscopio: arriva comunque a trasmettere sensazioni visive e tattili davvero inusitate; stesso premio è stato vinto a pari merito dallo statunitense Thomas Stollar con 1900 Steps, un lavoro in terracotta e legno non certo ispirato a criteri di bellezza o coerenza formale ma di matrice concettuale: il percorso quotidiano da casa allo studio dell’autore è stato convertito tramite sistema Gps in un serpentone ripiegato su se stesso.
Il problema – se così vogliamo chiamarlo – è che alcune opere parlano da sole mentre altre richiedono un «disvelamento semantico» (te le devono spiegare, insomma). Tutti capiscono la carica inquietante dell’opera di Monika Grycko, polacca faentina d’adozione, con un cerbiatto umanoide alimentato da poppe artificiali (sotto tre tavolini) e che guarda un prato su un monitor, metafora dello snaturamento che la modernità ci impone; tutti percepiscono la delicatezza delle barchette di Fosca Boggi, faentina, sospese nell’aria con la leggerezza di un origami giapponese; tutti possono apprezzare la potente ironia di Terra pintada, installazione sarda dove su seggioline d’asilo sono fissati gli strumenti del futuro mestiere di quei bambini (una tiara da vescovo, un’incudine, una chiave inglese….). Sarà difficile invece che uno spettatore sappia decrittare da solo i pur magnifici decori di Giulio Mannino (cesenate, premio in memoria di Valter Dal Pane) che scaturiscono dal disegno tracciato dalle vibrazioni di singole frequenze acustiche; altrettanto arduo sarà che il visitatore si infili dentro la cabina dove, parlando, vedrà la propria voce far cambiar colore ai led che accompagnano la porcellana. Poco male – si dirà -, chi non capisce si procuri il catalogo e si informi. Vero, perché poi il periodo in cui l’arte si giudicava dalla verosimiglianza è finito da oltre cent’anni.
Per finire, un cenno alla ceramica che si accompagna ad altri materiali (alla lana, al legno stravecchio, al ferro, o come nella sempre sorprendente sardo-faentina Chiara Lecca, premio Assemblea Legislativa Emilia-Romagna, alla vescica di bue!) o che li imita. L’opera più emblematica in tal senso è The Eartherware Ferrari, della belga Ann Van Hoey (premio Regione E/R): una sottilissima lastra in terracotta ripiegata e rivestita da vernice per carrozzieri, a simulare la lamiera della ben nota automobile.
a cura di: SANDRO BASSI
(articolo originale)
Intervista alla direttrice del MIC – Museo Internazionale della Ceramica – d.ssa Claudia Casali
INSIDEART
Ben 130 opere in ceramica provenienti da tutto il mondo saranno in mostra al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza fino al 24 gennaio 2016. Sono le opere selezionate su oltre 1300 candidature alla 59esima edizione del Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea, tra i più importanti e longevi contest del mondo.
video
vi illumino ” Evolution 15.6″ istallazione realizzata da 9 pannelli in porcellana da 45 x 45 cm. Evolution 15.6 è un opera multimediale ed interattiva , realizzata per il 59° Concorso Internazionale della Ceramica in Faenza e selezionata per la mostra internazionale della ceramica contemporanea al MIC (Museo Internazionale della Ceramica) in Faenza, (Italia).